Catena alimentare e salute

MUCCHE

 

Le regolamentazioni per la sicurezza della produzione alimentare, sono oggi solide e ci garantiscono che i prodotti che arrivano sulla tavola siano i migliori in termini di igiene e commestibilità. Meno attenzione invece si pone, sul contenuto finale del prodotto. Facciamo l’esempio della carne e del pesce.

L’industrializzazione per far fronte alla produzione di grossi volumi, si serve di mangimi ad alto valore nutrizionale, allevando spesso gli animali ben lontano da quello che dovrebbe essere il concetto di pascolo. La mucca dovrebbe mangiare erba e fieno, ma spesso si trova a cibarsi di mangimi con contenuto di cereali, oppure come è successo con la “mucca pazza” alimenti di origine animale. Le conseguenze sulla salute degli animali e’ immaginabile se pensiamo quanto il loro organismo si possa essere abituato a certi alimenti non previsti nella loro dieta, ma soprattutto possiamo immaginare la composizione delle loro carni e quella di chi le mangia, cioè, noi! .

Le carni di animali pascolati in ambienti naturali o alimentati con mangimi idonei alla loro natura avranno una qualità di grassi buoni maggiori per la nostra salute. Basti solo a pensare alle uova. Galline nutrite in modo adeguato, faranno uova con grassi benefici come gli omega 3!

 

Anche il pesce, ottimo alimento proteico e ottima fonte di grassi polinsaturi, risente dell’industrializzazione. Noti sono i benefici degli omega 3 presenti nel pesce azzurro. Ma quale scegliere? Anche qui, l’allevamento del pesce ha fatto i suoi danni, un salmone allevato non avrà mai gli stessi omega 3 di un salmone pescato nei mari del nord, dove questi pesci si possono cibare dei loro cibi naturali, sperando che non ingeriscano troppo mercurio che circola nei mari inquinati, bioaccumulazione più cospicua nei pesci di grossa taglia.

 

Dunque, sono diversi i fattori che possono influenzare oggi la nostra alimentazione. Come abbiamo visto il nostro organismo non si è ancora abituato ad alcuni cibi, nonostante il loro utilizzo da millenni, mentre i cibi più idonei per noi come la carni, il pesce e i vegetali (anche loro vittime dell’industrializzazione), non hanno più la qualità naturali. Per non parlare poi dei carboidrati raffinati (in quantità nei nostri supermercati), che oltre la loro origine dai cereali, perturbano l’equilibrio insulinico dell’organismo con conseguenze notevoli sul nostro peso e salute.

Il buon senso in questo contesto, è forse quello di mangiare un po’ di tutto senza esagerare, facendo ruotare quei cibi a cui siamo meno abituati geneticamente, eliminandoli per coloro a cui si sono diagnosticate franche intolleranze.

Sicuramente la nutrigenomica, oggi ci può aiutare a capire cosa è più idoneao mangiare, e sempre più in futuro lo potrà fare con la scoperta di nuovi geni e istocompatibilità agli alimenti odierni.

 

Dr E.Bevacqua